Positano storia, arte e cultura
Il
turismo a Positano è storia antica, tralasciando i fenici, che turisti non erano, ma marinai e colonizzatori, la prima testimonianza, che si ha al riguardo, è quella su Posides, che prima schiavo, e poi liberto, divenne un architetto di fama nella Roma di Tiberio, (o secondo alcuni, all’epoca di Nerone), e che qui in Costiera molte opere edificò, realizzando i primi insediamenti turistici.
La storia che a
Positano si tramanda, è la seguente: il nostro ricco costruttore, edificò il palazzo di Tiberio nell’isola di
Capri, che ivi si stabilì, nel 27 d.c., oltre a varie ville lungo la costa, che ospitavano parte della corte che si muoveva al seguito dell’ imperatore.
Tra quelle che sono state scoperte, o che da sempre sono visibili, figurano: Villa Pollio lungo la costa ad oriente di
Sorrento, il già citato
palazzo imperiale di Capri, la sua provabile Villa, posta sotto l’attuale
Piazza Flavio Gioia qui a
Positano, poi quelle di
Amalfi e di Minori.
Certo non tutte possono essere attribuite a lui, ma di sicuro molte sono scomparse, non a caso fu sempre lui che edificò per il perfido traditore imperiale, il prefetto
Seiano, una magnifica villa sita nei pressi della spiaggia, della frazione di
Vico Equense, cui lo stesso prefetto ha dato il nome, e che della stessa sembra essersene perduta memoria, pur se le testimonianze degli gli insediamenti precedenti a questo periodo e che sono arrivati fino a noi risalgono addirittura al VII secolo a.c.
La frenetica attività del nostro architetto, pare fosse instancabile, i resti che stanno per venire alla luce sono ben poca cosa rispetto al sito originale, e quasi certo, che anche il Mulino d’Arienzo, sia una sua opera, dove le navi romane scaricavano il grano da macinare per Tiberio, che poi veniva panificato a Fornillo, da qui il nome del quartiere.
Un brutto colpo, per quella che i romani definivano
Campania Felix, fu la tragica eruzione che nel 79 d.c. una collina che fino ad allora era stata coltivata con viti ed ulivi, si rivelò essere l’attuale
Vesuvio. Oltre a distruggere
Pompei ed
Ercolano, la pioggia di detriti che ne seguì, fece ricadere su Positano e tutta la
costiera Amalfitana e Sorrentina, materiale piroplastico che copri molti centri abitati e che furono per questo abbandonati, non a caso, in seguito agli scavi archeologici, la difficoltà maggiore si è avuta quando, con il passare dei secoli, i suddetti materiali si sono solidificati in alcuni siti, rendendo molto complicati i lavori, ed è incredibile pensare che questi resti, siano prepotentemente tornati dal passato a riprendersi un ruolo che in alcune zone come a
Pompei ed Ercolano fanno da traino all’economia locale, che si basa in prevalenza proprio sul turismo, di oggi come allora…
L’eruzione a torto o a ragione, oltre la tragedia in se, può essere definita comunque, la fine di un epoca davvero fiorente, e dovrà passare molto tempo prima di ritornare in auge, nel corso dei secoli,
Positano attraverserà la storia con fasi alterne, a volte quasi a scomparire da essa, in altre facendone parte a pieno titolo.
Certo il
turismo di massa e non, come lo intendiamo noi era sconosciuto all’epoca, l’unico che più si può avvicinare, come portata e movimento di persone a noi, era quello religioso composto per lo più dai pellegrini, in visita ai luoghi santi della cristianità.
Il
Vesuvio cambiò molto più di quanto si crede l’aspetto del territorio.